Pontelandolfo, borgo della memoria nel cuore del Sannio, sorge su uno sperone roccioso che domina la valle del Tammaro a 525 metri d’altitudine. Con i suoi 2.119 abitanti, questo antico borgo sannita conserva intatto il suo impianto medievale dominato dalla possente Torre Normanna. Luogo di storia millenaria e tragedia moderna, custodisce tradizioni gastronomiche secolari come l’olio Ortice e il fascino unico del Borgo Cerquelle, autentico borgo contadino medievale restaurato.

DA SAPERE

Antico borgo sannita del 980 d.C., teatro dell’eccidio del 14 agosto 1861. Nome dal principe longobardo Landolfo che costruì il ponte sull’Alente.

Arte
Torre Normanna del XII secolo (20 metri), Chiesa del SS. Salvatore, Chiesa SS. Annunziata, Museo Civico dell’Arte Contadina, Borgo Cerquelle medievale.

Eventi
Festa di San Donato (7 agosto), Commemorazione 14 agosto (eccidio 1861), Carnevale con Ruzzola del Formaggio, tradizioni rurali di Borgo Cerquelle.

Panorama di Pontelandolfo con Torre Normanna

Introduzione a Pontelandolfo

Pontelandolfo sorge su uno sperone roccioso che domina la valle del Tammaro, incastonato tra i contrafforti del Matese nel cuore del Sannio beneventano. Questo borgo di 2.119 abitanti, posto a 525 metri di altitudine, rappresenta uno dei luoghi più carichi di storia della provincia di Benevento.

Il nome deriva da “Pontis Landulphi” (Ponte di Landolfo), dal principe longobardo che intorno al 980 d.C. fece costruire un ponte sul torrente Alente. La prima attestazione scritta risale al 1138, quando il cronista medievale Falcone lo menziona nella sua cronaca. Il territorio comunale si estende per 29 chilometri quadrati in un paesaggio prevalentemente montuoso, dove il Monte Calvello raggiunge i 1.017 metri di quota.

Le radici di Pontelandolfo affondano nell’epoca pre-italica, come testimoniano i recenti scavi archeologici nelle località Coste Chiavarine e Coste dell’Avellana, che hanno rivelato l’esistenza di uno degli Oppidi Sanniti lungo la Via Numicia. In epoca romana, nella località Sorgenza sorgeva il “Pago di Ercole”, importante centro abitato del I-III secolo d.C.

Il castello normanno, costruito sul punto più alto dello sperone roccioso, divenne il fulcro attorno al quale si sviluppò l’abitato medievale. La possente Torre Normanna, alta oltre 20 metri, è l’unica struttura sopravvissuta al devastante terremoto del 1688. Nel corso dei secoli, Pontelandolfo passò sotto il dominio di diverse famiglie nobiliari, tra cui i Monforte nel XV secolo.

L’evento più tragico della storia di Pontelandolfo si consumò nell’agosto del 1861. Il 14 agosto, dopo l’imboscata tesa ai soldati italiani, il generale Enrico Cialdini ordinò una rappresaglia terribile: “Di Pontelandolfo e Casalduni non rimanga pietra su pietra”. Il borgo fu dato alle fiamme e la popolazione civile fu massacrata. Nel 2011, l’ex premier Giuliano Amato porse le scuse ufficiali della Repubblica Italiana.

Oggi Pontelandolfo è riconosciuto come “Luogo della Memoria” ma anche come custode di tradizioni millenarie, dall’olio Ortice PAT alle tradizioni gastronomiche secolari, dal fascino del Borgo Cerquelle alle bellezze naturalistiche del Matese.

La Torre Normanna

La Torre Normanna di Pontelandolfo rappresenta il simbolo indiscusso del borgo e una delle testimonianze architettoniche più significative del Sannio medievale. Costruita nel XII secolo e modificata in epoca aragonese, questa possente struttura merlata è l’unico elemento superstite del castello medievale distrutto dal terremoto del 1688.

Alta oltre 20 metri e costruita in pietra locale, la torre domina il borgo dall’alto dello sperone roccioso. In origine faceva parte di un complesso fortificato molto più ampio, dotato di ponti levatoi e torri collegate che controllavano strategicamente la valle del Tammaro e le antiche vie di comunicazione con Molise e Abruzzo.

Due assedi segnarono la storia del castello: il primo nel 1138, quando re Ruggero il Normanno incendiò il paese per punire la ribellione del conte di Ariano; il secondo nel 1462, quando le truppe aragonesi tentarono invano di espugnare la fortezza difesa strenuamente da Nicolò Monforte, conte di Campobasso.

Oggi di proprietà privata, la torre è visitabile su prenotazione e conserva al suo interno importanti cimeli storici. Dalla sua sommità si gode una vista spettacolare che abbraccia l’intero borgo e la valle del Tammaro, particolarmente suggestiva quando la neve imbianca il paesaggio trasformandolo in “una cartolina natalizia”.

L’accesso alla torre, seppur difficile da organizzare, offre un’esperienza unica per comprendere l’importanza strategica del sito e per ammirare uno dei panorami più belli del Sannio, dove la storia millenaria si fonde con la bellezza naturale del paesaggio matesino.

Attrazioni a Pontelandolfo

Pontelandolfo, borgo della memoria nel cuore del Sannio, offre ai visitatori un viaggio attraverso la storia che spazia dall’epoca sannita alle tradizioni contadine medievali. Dalla possente Torre Normanna al fascino autentico di Borgo Cerquelle, dalle chiese ricche di storia ai panorami mozzafiato del Matese, questo antico borgo custodisce tesori che raccontano secoli di cultura, arte e resistenza.

Torre Normanna

Borgo Cerquelle

Chiesa SS. Annunziata

Museo Arte Contadina

#1 Torre Normanna

La Torre Normanna, costruita nel XII secolo e modificata in epoca aragonese, rappresenta il simbolo di Pontelandolfo. Alta oltre 20 metri e costruita in pietra locale, questa possente struttura merlata è l’unico elemento superstite del castello medievale distrutto dal terremoto del 1688.

In origine faceva parte di un complesso fortificato molto più ampio, dotato di ponti levatoi e torri collegate che controllavano strategicamente la valle del Tammaro. La torre ha resistito a due assedi storici: quello del 1138 di re Ruggero il Normanno e quello del 1462 delle truppe aragonesi contro Nicolò Monforte.

Oggi di proprietà privata, la torre è visitabile su prenotazione e conserva al suo interno importanti cimeli storici. Dalla sua sommità si gode una vista spettacolare a 360 gradi che abbraccia l’intero borgo e la valle del Tammaro, particolarmente suggestiva quando la neve imbianca il paesaggio trasformandolo in “una cartolina natalizia”.

L’accesso, seppur difficile da organizzare, offre un’esperienza unica per comprendere l’importanza strategica del sito e per ammirare uno dei panorami più belli del Sannio.

#2 Borgo Cerquelle

Borgo Cerquelle rappresenta un unicum nel panorama turistico del Sannio. Questo autentico borgo contadino medievale, interamente restaurato nel rispetto delle tecniche costruttive originali, offre un’esperienza immersiva nella vita rurale di un tempo. Le casette in pietra, datate tra il XVII e il XX secolo, sono state trasformate in alloggi che mantengono intatto il fascino dell’architettura tradizionale.

Situato a 600 metri di altitudine tra i boschi del Matese, il borgo è attraversato dal fiume Lente che forma suggestive cascate naturali. L’atmosfera è quella di un luogo dove “il tempo scorre lento”, con i suoni della natura che sostituiscono i rumori della modernità.

Oggi funziona come agriturismo biologico, offrendo ai visitatori la possibilità di vivere un’esperienza autentica di turismo rurale. Il borgo mantiene vive le tradizioni contadine attraverso dimostrazioni e laboratori: la raccolta delle olive, l’allevamento biologico degli animali da cortile e la coltivazione dell’orto secondo il calendario lunare testimoniano un sapere antico che resiste alla modernizzazione.

#3 Chiesa della SS. Annunziata

Costruita “a cavallo delle mura di cinta” in corrispondenza dell’omonima porta urbica, la Chiesa della SS. Annunziata esisteva già prima del terremoto del 1688. Ricostruita nel 1827 in forma ridotta (circa 20 metri di lunghezza), questa chiesa è indissolubilmente legata alla tragedia del 1861: qui furono sepolte le vittime dell’eccidio del 14 agosto.

Il vescovo Vincenzo Maria Orsini (futuro Papa Benedetto XIII) nel 1693 prescrisse tre altari: quello centrale dedicato alla SS. Annunziata e i laterali alla Madonna del Rosario e a San Tommaso d’Aquino. La chiesa fu sede della Confraternita del SS. Rosario e SS. Annunziata (fondata nel 1692) e ospitava un ospedale e il deposito del Monte Frumentario.

Dal 1827 è sede del dramma sacro di Santa Giocondina, rappresentazione tradizionale che si ripete ogni anno. Abbandonata dopo il terremoto del 1962, è stata ristrutturata con un intervento dei Beni Culturali. Oggi rappresenta un luogo di memoria e riflessione sulla complessa storia del borgo e sui tragici eventi del Risorgimento.

#4 Museo Civico dell’Arte Contadina

Il Museo Civico e Tessile dell’Arte Contadina rappresenta un prezioso scrigno della memoria collettiva pontelandolfese. La collezione comprende antichi telai a mano, strumenti agricoli, utensili domestici e testimonianze della cultura materiale sannita che raccontano la vita quotidiana di un tempo.

Di particolare interesse sono i lavori tessili con vivaci ricami, espressione di una tradizione che affonda le radici nell’allevamento ovino e nella lavorazione della lana. Il museo documenta anche l’artigianato del ferro, del legno e della pietra che caratterizzò l’economia locale tra XVIII e XIX secolo.

Gli strumenti esposti testimoniano un’economia prevalentemente agricola e pastorale: aratri in legno, falci, zangole per il burro, forme per il formaggio, rocche e fusi per la filatura. Le ricostruzioni di ambienti domestici permettono di comprendere come vivevano le famiglie contadine, con i loro ritmi scanditi dalle stagioni e dalle necessità del lavoro nei campi.

In Piazza Roma spicca inoltre la Fontana Teglia, dalla forma curiosa che ricorda un battistero, considerata uno degli elementi più caratteristici del centro storico e testimonianza dell’ingegno degli antichi maestri pontelandolfesi.

Gastronomia & Eventi

La gastronomia di Pontelandolfo è dominata dall’Olio Extravergine di Oliva Ortice, riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) e fiore all’occhiello della produzione locale. Il Frantoio Romano, attivo dal 1840, è il custode di questa tradizione secolare:

L’olio Ortice deriva dalla cultivar Ortice in purezza, coltivata fin dall’antichità sulle colline pontelandolfesi fino a 700-800 metri di altitudine. Si distingue per il colore giallo con riflessi verdi e i sentori di pomodoro fresco, erba tagliata e carciofo, con un equilibrato rapporto tra amaro e piccante. La raccolta con il metodo tradizionale della brucatura manuale e l’estrazione a freddo garantiscono la qualità superiore del prodotto.

La vocazione pastorale si esprime in una ricca varietà di formaggi: il Pecorino di Laticauda, prodotto con latte dell’omonima razza ovina autoctona del Sannio; il Caciocavallo dolce e piccante; il rarissimo Caciocavallo Podolico stagionato oltre due anni; le ricottine fresche prodotte quotidianamente.

L’arte norcina offre la Soppressata del Sannio, preparata con le parti nobili del maiale, condita con sale di Cervia, pepe nero e Falanghina beneventana. Gli ammugliatielli (torcinelli), involtini di interiora di agnello arrostiti sulla brace, rappresentano la specialità più caratteristica. Completano l’offerta salsiccia stagionata, pancetta, capocollo e guanciale.

Tra i piatti tradizionali spiccano i cicatelli, pasta fatta a mano condita con sugo di maiale e pecorino; le lavanelle e ceci; il parròzz, antico mais cotto sotto la cenere. I dolci tipici sono le nocche (scorpelle), spirali di pasta fritta immerse nel miele locale, preparate per Carnevale e le feste principali.

Eventi a Pontelandolfo

Pontelandolfo mantiene vive antiche tradizioni con eventi che intrecciano memoria storica e cultura popolare:

La festa patronale di San Donato, che si celebra il 7 agosto, porta con sé il peso della memoria storica: fu proprio durante questi festeggiamenti nel 1861 che ebbe inizio la tragica sequenza di eventi culminata nel massacro del 14 agosto. Oggi la processione con la statua del santo, accompagnata dal Te Deum e dalle celebrazioni liturgiche, si intreccia con il ricordo delle vittime innocenti. Il programma prevede la tradizionale fiera con bancarelle di prodotti locali, spettacoli serali e concerti che animano le piazze del borgo.

Ogni anno, il 14 agosto, Pontelandolfo si ferma per ricordare le vittime dell’eccidio del 1861. La cerimonia, sobria e partecipata, si svolge presso la Chiesa della SS. Annunziata dove riposano i caduti. È un momento di riflessione collettiva sul significato della memoria storica e sulla necessità di tramandare alle nuove generazioni la consapevolezza di quanto accaduto.

Il Carnevale pontelandolfese custodisce una tradizione unica nel Sannio: il gioco della Ruzzola del Formaggio, documentato fin dal 1300. I partecipanti fanno rotolare forme di formaggio lungo le vie del paese, in una gara che unisce abilità, tradizione e goliardia. Durante il periodo carnevalesco si preparano le scorpelle, dolci fritti a spirale immersi nel miele locale.

Le tradizioni rurali di Borgo Cerquelle mantengono vive le tradizioni contadine attraverso dimostrazioni e laboratori. La raccolta delle olive tra ottobre e novembre diventa occasione per riscoprire i metodi tradizionali di produzione dell’olio. L’allevamento biologico degli animali da cortile e la coltivazione dell’orto secondo il calendario lunare testimoniano un sapere antico che resiste alla modernizzazione.

Dove mangiare & Dove Dormire

Se desideri fermarti a Pontelandolfo per gustare le specialità locali o trascorrere qualche giorno alla scoperta del borgo e dei suoi dintorni, ecco alcuni consigli su dove mangiare e dove dormire.

Ristoranti

Agriturismo
Borgo Cerquelle

  • Contrada Cerquelle 166
  • +39 338 685 7493

Ristorante Landulphi

  • Largo San Pietro, 25
  • +39 335 678 8777

Hotel | B&B

B&B Calvello

  • Contrada Monticelli, Località Guancia
  • +39 338 253 12 60

Scegli la piattaforma per la condivisione!

Lascia un commento