Torrecuso, borgo medievale di 3.193 abitanti a 420 metri d’altitudine alle pendici del Monte Pentime, unisce una storia millenaria di torre longobarda alla moderna eccellenza enologica del Sannio. Riconosciuto come Città del Vino e dell’Olio, custodisce oltre 1.300 ettari di vigneti che producono il prestigioso Aglianico del Taburno DOCG, mentre il centro storico conserva intatto il fascino medievale con il maestoso Palazzo Cito, antica dimora nobiliare dei Caracciolo trasformata in museo enologico unico al mondo.
NAVIGAZIONE VELOCE
DA SAPERE
Torre longobarda di difesa per Benevento, sotto i Caracciolo divenne elegante dimora nobiliare. Nome dal latino “Toriculus” (piccola altura).
Arte
Palazzo Cito con Museo Enologico di Arte Contemporanea, Santissima Annunziata (1453), Sant’Erasmo, borgo medievale con panorami sul Taburno.
Eventi
VinEstate (fine agosto), Festa di San Liberatore (15 maggio), Festa della Padellaccia (luglio), Novello e Castagne (novembre).
Introduzione a Torrecuso
Torrecuso è un affascinante borgo medievale situato nella provincia di Benevento, in Campania, arroccato a 420 metri d’altitudine alle pendici del Monte Pentime nel cuore del Parco Regionale del Taburno-Camposauro. Con i suoi 3.193 abitanti e oltre 1.300 ettari di vigneti, rappresenta una delle eccellenze enologiche del Sud Italia, riconosciuta come Città del Vino e dell’Olio.
Il toponimo deriva probabilmente dal latino “Toriculus” (piccola altura), evoluto attraversi i secoli in Terlicuso e infine Torrecuso, anche se alcune teorie meno accreditate lo collegano a profughi etruschi provenienti da Chiusi. Le origini del borgo risalgono all’epoca longobarda, quando fu edificato come torre di avvistamento e difesa per proteggere Benevento, capitale del ducato.
La storia di Torrecuso è indissolubilmente legata alle grandi famiglie nobiliari che ne hanno segnato l’evoluzione architettonica e culturale. Durante il Medioevo il territorio fu dominato dai Frangipane della Tolfa (dal 1269), seguiti dai Della Leonessa. Il borgo visse il suo massimo splendore nei secoli XVII-XVIII sotto i Caracciolo, quando Carlo Andrea Caracciolo (1583-1646), marchese di Torrecuso, trasformò l’antico castello medievale in elegante palazzo nobiliare e, secondo la leggenda, introdusse i semi della caratteristica “Viola d’oro” dai suoi viaggi in Spagna.
Nel 1778 la famiglia Cito acquistò il feudo, dando il nome al magnifico palazzo che ancora oggi domina il centro storico. L’architetto napoletano Barba, allievo della scuola vanvitelliana, seppe creare un capolavoro di equilibrio tra l’imponenza difensiva originaria e l’eleganza del nuovo gusto illuminista.
Tra i personaggi illustri di Torrecuso spicca Antonio Mellusi (1847-1925), definito “il gentil poeta del Sannio”, che nacque nel palazzo baronale di famiglia. Garibaldino, deputato repubblicano, storico e fondatore della Rivista Storica del Sannio, Mellusi rappresenta l’intellettuale che seppe coniugare l’amore per la piccola patria con gli ideali risorgimentali.
La fama moderna di Torrecuso è legata alla sua straordinaria tradizione vitivinicola millenaria che trova la sua massima espressione nell’Aglianico del Taburno DOCG, definito “il Barolo del Sud”. I vigneti si estendono sui declivi soleggiati del Monte Pentime, beneficiando di un microclima ideale e di terreni vulcanici che conferiscono ai vini struttura, eleganza e longevità.
Oggi, Torrecuso offre ai visitatori un’esperienza unica che combina storia, arte, natura e gastronomia d’eccellenza, dal maestoso Palazzo Cito che custodisce il primo Museo Enologico di Arte Contemporanea d’Italia alle cantine storiche, dai panorami mozzafiato sulla “Dormiente del Sannio” alle tradizioni culinarie che celebrano la cultura contadina del territorio.
I Vigneti e la Tradizione Vinicola
La tradizione vitivinicola di Torrecuso rappresenta il cuore pulsante dell’identità del borgo e affonda le radici in oltre mille anni di storia. I vigneti che si estendono per oltre 1.300 ettari sui declivi soleggiati del Monte Pentime costituiscono un paesaggio di rara bellezza e straordinaria produttività enologica.
L’Aglianico del Taburno DOCG è il gioiello della produzione locale, un vino rosso di grande struttura e longevità definito “il Barolo del Sud” per la sua complessità e capacità di invecchiamento. Le vigne di Aglianico, vitigno di origine greca introdotto dai coloni magno-greci, trovano nelle pendici vulcaniche del Taburno il terroir ideale per esprimere al meglio le loro caratteristiche organolettiche. Il disciplinare DOCG, ottenuto nel 2011, garantisce la massima qualità attraverso rigidi controlli su resa per ettaro, tecniche di vinificazione e tempi di affinamento.
Accanto all’Aglianico prosperano anche i vitigni a bacca bianca che hanno reso famoso il Sannio: la Falanghina, antico vitigno autoctono che produce vini eleganti e profumati; il Greco, che regala vini di grande finezza e mineralità; il Fiano, caratterizzato da note floreali e fruttate; la Coda di Volpe, vitigno tradizionale dalle spiccate caratteristiche aromatiche. Tutti questi vitigni beneficiano delle denominazioni Sannio DOC e Taburno DOC, riconoscimenti che certificano l’eccellenza del territorio.
Ventitré cantine punteggiano il territorio torrecusano, ciascuna con la propria filosofia produttiva e tradizione familiare. La storica Cantina Santacosta si distingue per le fermentazioni naturali e l’approccio biodinamico, mentre la premiata Cantina Mennato Falluto è riconosciuta a livello internazionale per i suoi Aglianico di grande struttura. Molte cantine offrono visite guidate con degustazioni, permettendo ai visitatori di scoprire i segreti della vinificazione tradizionale e di apprezzare la passione che anima i produttori locali.
Il paesaggio viticolo di Torrecuso è un capolavoro di architettura rurale, con i filari che seguono le curve naturali delle colline, le antiche masserie che punteggiano i vigneti e i muretti a secco che testimoniano secoli di lavoro contadino. Dalla primavera all’autunno, questo scenario offre spettacoli cromatici di rara suggestione: il verde tenero dei germogli primaverili, l’oro dei grappoli maturi, i colori caldi del foliage autunnale.
La vendemmia, che si svolge generalmente tra settembre e ottobre, rappresenta il momento culminante dell’anno viticolo e coinvolge l’intera comunità in una festa che unisce tradizione e innovazione. Le aziende organizzano eventi aperti al pubblico, permettendo ai visitatori di partecipare alla raccolta e di vivere l’emozione della trasformazione dell’uva in vino.
Il successo dell’enologia torrecusana è testimoniato dai numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali ottenuti dalle cantine locali, che hanno saputo coniugare il rispetto delle tradizioni con l’innovazione tecnologica, creando vini che esprimono al meglio l’unicità del terroir sannita.
Attrazioni a Torrecuso
Torrecuso, incastonato tra le colline del Taburno nella provincia di Benevento, offre ai visitatori un viaggio affascinante attraverso la storia medievale, l’arte nobiliare e la moderna cultura del vino. Dal maestoso Palazzo Cito alle chiese secolari, dai panorami mozzafiato sui vigneti alle antiche tradizioni enogastronomiche, questo borgo Città del Vino racchiude tesori unici che ne fanno una destinazione imperdibile per chi cerca autenticità e bellezza nel cuore del Sannio.
#1 Palazzo Cito e Museo Enologico
Il Palazzo Cito rappresenta il gioiello architettonico di Torrecuso e custodisce il primo Museo Enologico di Arte Contemporanea d’Italia. Questa straordinaria trasformazione settecentesca dell’antico castello medievale a tre torri fu realizzata dall’architetto napoletano Barba, allievo della scuola vanvitelliana.
Il palazzo, che oggi ospita la sede comunale, accoglie oltre 60 opere d’arte contemporanea dedicate alla civiltà del vino, creando un connubio unico tra storia, arte e cultura enologica. Le terrazze panoramiche offrono una vista incomparabile sul massiccio del Taburno, chiamato anche “Dormiente del Sannio” per il suo profilo che ricorda una figura umana distesa.
All’interno si trovano la Filiera Enogastronomica del Sannio e la Scuola del Gusto per la valorizzazione dei prodotti tipici. Il museo, visitabile gratuitamente su prenotazione, rappresenta un unicum nel panorama museale campano per la sua originale fusione tra arte contemporanea e tradizione vitivinicola.
#2 Chiesa della Santissima Annunziata
Nel cuore del borgo medievale sorge la Chiesa della Santissima Annunziata, fondata nel 1453 e custode delle reliquie di San Vincenzo da Saragozza, portate nel borgo da Carlo Andrea Caracciolo nel XVII secolo. L’edificio sacro rappresenta un importante esempio di architettura religiosa campana del XV secolo.
L’interno della chiesa conserva un’atmosfera di devozione secolare, con altari barocchi e decorazioni che testimoniano la ricchezza artistica del borgo durante il periodo di massimo splendore sotto i Caracciolo. Le reliquie del santo spagnolo sono custodite in una teca d’argento e costituiscono uno dei tesori religiosi più preziosi del territorio.
La facciata sobria in pietra locale nasconde un interno ricco di opere d’arte e suppellettili sacre che raccontano secoli di fede e tradizione religiosa. La chiesa rappresenta ancora oggi il centro della vita spirituale della comunità torrecusana.
#3 I Vigneti del Taburno e le Cantine
I vigneti di Torrecuso si estendono per oltre 1.300 ettari sui declivi soleggiati del Monte Pentime, creando un paesaggio di rara bellezza che unisce natura e tradizione millenaria. Questi terreni vulcanici costituiscono il terroir ideale per la produzione dell’Aglianico del Taburno DOCG, definito “il Barolo del Sud”.
Ventitré cantine punteggiano il territorio, dalla storica Cantina Santacosta specializzata in fermentazioni naturali alla premiata Cantina Mennato Falluto, riconosciuta a livello internazionale. Molte aziende offrono visite guidate con degustazioni, permettendo di scoprire i segreti della vinificazione tradizionale e di apprezzare la passione dei produttori locali.
Il paesaggio viticolo è un capolavoro di architettura rurale, con filari che seguono le curve naturali delle colline, antiche masserie e muretti a secco che testimoniano secoli di sapiente lavoro contadino. La “Via del Vino” attraversa i vigneti offrendo panorami mozzafiato e la possibilità di vivere un’esperienza enologica autentica.
#4 Ponte Finocchio e i Sentieri Storici
Il Ponte Finocchio rappresenta una delle testimonianze più antiche del territorio torrecusano, con origini romane e stratificazioni medievali che testimoniano l’importanza storica del borgo come snodo viario dell’antica via Latina. Questo ponte ad arco singolo attraversa un piccolo corso d’acqua e costituisce un esempio di ingegneria antica perfettamente conservato.
La leggenda locale vuole che presso questo ponte sia stato temporaneamente sepolto Manfredi di Svevia nel 1266, episodio che ha ispirato Dante nel Purgatorio. Anche se storicamente non verificabile, questa tradizione aggiunge fascino e mistero al sito.
Il ponte è il punto di partenza ideale per escursioni nel Parco Regionale del Taburno-Camposauro. I sentieri CAI che si dipartono dalla zona permettono di esplorare la “Via dei Briganti”, che si inoltra nel cuore selvaggio del massiccio, o la suggestiva “Via del Vino” che attraversa i vigneti offrendo panorami spettacolari sulla valle sottostante e sui borghi circostanti.
Gastronomia & Eventi
La gastronomia di Torrecuso è dominata dalla tradizione vinicola millenaria e da specialità culinarie che riflettono la cultura contadina del Sannio interno, con particolare attenzione alle preparazioni a base di carne e ai prodotti della terra:
Il piatto simbolo del borgo è “La Padellaccia”, preparazione tradizionale nata durante la macellazione del maiale che unisce carni miste (coppa, pancetta, guanciale) con papaccelle sott’aceto e patate, originariamente servita direttamente nella padella di cottura. Questa ricetta rappresenta l’essenza della cucina povera sannita trasformata in eccellenza gastronomica.
L’Aglianico del Taburno DOCG è il re della tavola torrecusana, vino rosso di grande struttura e longevità che si abbina perfettamente alle carni rosse e ai formaggi stagionati. Accanto all’Aglianico prosperano la Falanghina, il Greco, il Fiano e la Coda di Volpe, vini bianchi che esprimono al meglio la mineralità dei terreni vulcanici del Taburno.
Altri piatti della tradizione includono i mugliatielli (involtini di interiora d’agnello), il baccalà alla beneventana, la pecora alla callara e i formaggi di pecora laticauda. La gastronomia si arricchisce anche di specialità dolciarie come i mostaccioli al miele e i taralli dolci al vino.
L’olio extravergine d’oliva Sannio Caudino Telesino, prodotto da cultivar autoctone, completa l’offerta enogastronomica con le sue distintive note erbacee e sfumature di mela matura e pomodoro.
Eventi a Torrecuso
Torrecuso celebra le sue tradizioni enogastronomiche e religiose con eventi che animano il borgo durante tutto l’anno:
VinEstate, giunta alla 48esima edizione, rappresenta l’evento clou dell’anno. A fine agosto il centro storico si trasforma in un percorso enogastronomico tra degustazioni di vini locali, specialità culinarie, musica dal vivo e performance artistiche. Le cantine aprono le loro porte ai visitatori per degustazioni guidate e l’atmosfera festosa coinvolge residenti e turisti in una celebrazione della cultura del vino.
La festa patronale di San Liberatore si celebra il 15 maggio con una suggestiva processione religiosa che attraversa le vie del borgo medievale, seguita da concerti, spettacoli folkloristici e spettacolari fuochi d’artificio. La tradizione unisce devozione religiosa e festa popolare in un evento che coinvolge l’intera comunità.
La Festa della Padellaccia, che si svolge in luglio, celebra il piatto simbolo del borgo con degustazioni all’aperto, dimostrazioni culinarie e intrattenimento musicale. L’evento valorizza la tradizione gastronomica locale e offre ai visitatori l’opportunità di gustare l’autentica cucina sannita.
Novello e Castagne, in novembre, segna l’arrivo del vino novello con degustazioni nelle cantine, caldarroste e prodotti autunnali del territorio. L’evento coincide con i colori caldi dell’autunno che tingono i vigneti di sfumature dorate e rosse.
Durante tutto l’anno le cantine organizzano eventi privati, cene con abbinamenti enogastronomici e visite guidate che permettono di scoprire i segreti della vinificazione tradizionale e di vivere l’esperienza autentica della civiltà del vino.
Dove mangiare & Dove Dormire
Se desideri fermarti a Torrecuso per gustare l’eccellenza enologica locale e esplorare il borgo medievale, ecco alcuni consigli su dove mangiare e dormire per vivere un’esperienza autentica nel cuore del Sannio.