Pietraroja, borgo montano di 545 abitanti a 818 metri d’altitudine nel cuore del Matese, custodisce il segreto paleontologico più prezioso d’Italia: Ciro, il primo dinosauro scoperto nel nostro paese. Ricostruito quattro volte nella sua storia millenaria, questo antico borgo sannita è oggi celebre per il suo prosciutto Presidio Slow Food, i panorami mozzafiato dominati dal Monte Mutria e un patrimonio storico-culturale che intreccia archeologia, tradizioni secolari e resilienza comunitaria.
NAVIGAZIONE VELOCE
DA SAPERE
Antico borgo sannita fondato nell’85 a.C., ricostruito 4 volte dopo terremoti e calamità. Nome dalla pietra calcarea rosata del Monte Mutria.
Arte
Chiesa madre con portale romanico XI secolo unico (leonessa e orsa che allattano), Paleolab museo interattivo, borgo medievale.
Eventi
Sagra dei Prodotti Tipici (metà agosto), Festa di San Nicola (6 dicembre, 8 maggio, giugno), Passione di Cristo (Settimana Santa), Vicoli del Prosciutto (estate).
Introduzione a Pietraroja
Pietraroja è un piccolo borgo montano situato nella provincia di Benevento, in Campania, arroccato a 818 metri d’altitudine sulle pendici del Monte Mutria nel cuore del Parco Regionale del Matese. Con i suoi 545 abitanti, è il secondo comune più alto della provincia e custodisce tesori paleontologici, storici e gastronomici di rilevanza nazionale.
Il toponimo deriva probabilmente dalla caratteristica pietra calcarea rosata che affiora sul territorio, anche se alcuni studiosi lo collegano alla “petra ruens” (pietra che scorre) citata dal geografo greco Strabone. Le origini del borgo risalgono all’85 a.C., quando fu fondato dai sopravvissuti di Telesia, antica città sannitica distrutta dal console romano Lucio Cornelio Silla durante le guerre civili.
La storia di Pietraroja è segnata da una straordinaria resilienza: il borgo attuale sorge sul quarto sito diverso, essendo stato ricostruito completamente dopo il devastante terremoto del 5 giugno 1688 che rase al suolo l’intero Sannio. Durante il Medioevo, il territorio fu dominato dai Sanframondo di origine normanna (XII-XIV secolo), poi dai Marzano, dai Gaetani e infine dai Carafa, che mantennero il feudo fino all’abolizione del feudalesimo nel 1806.
Nel 1863, Pietraroja fu teatro di uno degli episodi più drammatici del brigantaggio post-unitario: il tradimento della Cava dei Briganti, dove i fuorilegge che si erano arresi furono giustiziati nonostante le promesse di salvezza. Questo evento segnò profondamente la memoria collettiva della comunità.
Ma la fama moderna di Pietraroja è legata a una scoperta straordinaria: nel 1981, Giovanni Todesco trovò il fossile di un piccolo dinosauro che rivoluzionò la paleontologia italiana. “Ciro”, come fu soprannominato il Scipionyx samniticus, è il primo dinosauro scoperto in Italia e uno dei fossili meglio conservati al mondo, con tracce di organi interni e tessuti molli ancora visibili dopo 113 milioni di anni.
Oggi, Pietraroja offre ai visitatori un’esperienza unica che combina scienza, storia, natura e gastronomia, dal modernissimo Paleolab che custodisce Ciro al leggendario prosciutto Presidio Slow Food, dai panorami mozzafiato del Matese alle tradizioni secolari ancora vive nella comunità locale.
Il Paleolab e la storia di Ciro
Il Paleolab di Pietraroja rappresenta il cuore pulsante dell’offerta culturale del borgo e custodisce uno dei tesori paleontologici più importanti al mondo: Scipionyx samniticus, affettuosamente soprannominato “Ciro”.
La storia di questa straordinaria scoperta inizia nel 1981, quando Giovanni Todesco, un appassionato locale, trovò quello che inizialmente scambiò per un uccello fossile. Il reperto rimase nella sua collezione privata fino al 1993, quando, dopo aver visto Jurassic Park al cinema, Todesco intuì l’importanza del ritrovamento e lo portò all’attenzione degli esperti. La conferma arrivò nel 1998 con la pubblicazione su Nature: si trattava del primo dinosauro scoperto in Italia.
Ciro è un baby dinosauro teropode lungo solo 23,7 centimetri, vissuto circa 113 milioni di anni fa nel Cretaceo inferiore. Ciò che rende questo fossile assolutamente unico è il suo eccezionale stato di conservazione: sono visibili non solo le ossa, ma anche tracce di organi interni, muscoli, vasi sanguigni, la trachea, l’intestino e persino i resti dell’ultimo pasto (una lucertola e un pesce). Questo livello di conservazione, praticamente senza precedenti, ha permesso agli scienziati di studiare l’anatomia interna dei dinosauri con un dettaglio mai raggiunto prima.
Il Paleolab, inaugurato nel 2005 e progettato dal fisico e divulgatore scientifico Paco Lanciano, offre un’esperienza museale all’avanguardia. Il percorso inizia con l'”ascensore geologico”, un’installazione multimediale che trasporta virtualmente i visitatori attraverso le ere geologiche fino al Cretaceo. Le sale espositive combinano reperti originali, ricostruzioni scientifiche, proiezioni 3D e installazioni interattive che ricostruiscono l’antica laguna tropicale dove visse Ciro.
Il museo non si limita a Ciro: espone anche altri importanti fossili rinvenuti nell’area, tra cui pesci, rettili marini e resti vegetali che testimoniano come 113 milioni di anni fa Pietraroja fosse una laguna tropicale con acque basse e calme, circondata da una ricca vegetazione. L’area di scavo, situata nella località “Le Cavere”, è ancora attiva e continua a restituire importanti reperti che arricchiscono la comprensione di questo antico ecosistema.
Il Paleolab rappresenta non solo un’attrazione turistica di primo piano, ma anche un importante centro di ricerca scientifica che collabora con università e istituzioni di tutto il mondo. La scoperta di Ciro ha infatti rivoluzionato la paleogeografia italiana, dimostrando che durante il Mesozoico parti della penisola italiana erano emerse e abitate da dinosauri, contrariamente a quanto si credeva in precedenza.
Attrazioni a Pietraroja
Pietraroja, incastonata tra le vette del Matese nella provincia di Benevento, offre ai visitatori un viaggio attraverso il tempo che spazia dalla preistoria alle tradizioni gastronomiche secolari. Dal rivoluzionario Paleolab che custodisce Ciro alle antiche chiese, dai panorami mozzafiato alle botteghe del prosciutto, questo borgo di montagna racchiude tesori unici che ne fanno una destinazione imperdibile per chi cerca autenticità e meraviglia.
#1 Paleolab e Ciro
Il Paleolab di Pietraroja è uno dei musei paleontologici più avanzati d’Italia, inaugurato nel 2005 e progettato dal fisico Paco Lanciano. Il museo custodisce Scipionyx samniticus, soprannominato “Ciro”, il primo dinosauro scoperto in Italia e uno dei fossili più completi al mondo.
Il percorso museale inizia con l'”ascensore geologico”, un’esperienza multimediale che trasporta i visitatori indietro nel tempo di 113 milioni di anni. Le sale espositive utilizzano tecnologie all’avanguardia, con proiezioni 3D, ricostruzioni ambientali e installazioni interattive che ricostruiscono l’antica laguna tropicale del Cretaceo.
Ciro, lungo solo 23,7 cm, preserva dettagli anatomici straordinari: organi interni, muscoli, vasi sanguigni e persino l’ultimo pasto. Questa scoperta ha rivoluzionato la paleontologia italiana e mondiale, fornendo informazioni uniche sull’anatomia interna dei dinosauri. Il museo è anche un centro di ricerca attivo che collabora con università internazionali.
#2 Chiesa di Santa Maria Assunta
Nel cuore del borgo, in Piazza San Nicola, sorge la chiesa parrocchiale ricostruita dopo il terremoto del 1688 utilizzando elementi architettonici della preesistente Chiesa di San Paolo. L’elemento più prezioso è il portale romanico dell’XI secolo, un capolavoro unico nel suo genere.
Il portale presenta sculture rarissime nell’iconografia romanica: sul lato sinistro una leonessa e sul destro un’orsa che allatta due piccoli. Questo simbolismo, estremamente raro, suggerisce antichi culti di protezione materna e rappresenta un unicum nell’arte medievale italiana. Le colonne tortili e i capitelli finemente scolpiti completano questa straordinaria testimonianza artistica.
L’interno della chiesa, pur essendo stato ricostruito nel XVIII secolo, conserva opere d’arte di pregio tra cui dipinti settecenteschi e statue lignee. La facciata sobria in pietra locale contrasta con la ricchezza decorativa del portale, creando un effetto di grande suggestione.
#3 Monte Mutria e i panorami
Il Monte Mutria (1.823 m) domina il paesaggio di Pietraroja e segna il confine tra Campania e Molise. Le sue pendici offrono alcuni dei panorami più spettacolari del Matese, con vedute che spaziano fino al Vesuvio nelle giornate limpide.
Il terrazzo del cimitero comunale è uno dei punti panoramici più accessibili, offrendo una vista a 360 gradi sulla valle di Cusano Mutri, le vette del Matese e i resti della vecchia Pietraroja distrutta dal terremoto. Da qui si può ammirare l’intera conformazione geologica che ha preservato i fossili del Cretaceo.
Il Passo di Santa Crocella, sulla strada per Sepino, rappresenta un altro punto panoramico straordinario. A 1.265 metri di altitudine, circondato da faggete secolari, offre vedute mozzafiato e segna il confine storico tra i territori sanniti. I sentieri del CAI che partono da Pietraroja permettono escursioni di varia difficoltà verso le vette circostanti.
#4 La Prosciutteria di Pietraroja
La Prosciutteria di Pietraroja, gestita dalla famiglia Di Biase, è il tempio del celebre prosciutto locale, Presidio Slow Food e prodotto PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale). La tradizione risale al 1776, quando documenti storici attestano forniture di “prigiotta” al duca Gaetani di Laurenzana.
Il locale offre visite guidate nelle antiche cantine di stagionatura, dove i prosciutti maturano per almeno 24 mesi nell’aria pura di montagna. La lavorazione segue metodi secolari: salatura minima, pressatura in torchi di legno e stagionatura naturale senza additivi chimici. Il risultato è un prosciutto dal sapore delicato e dall’aroma inconfondibile.
Oltre alle degustazioni, la Prosciutteria propone un’esperienza gastronomica completa con piatti della tradizione locale. È possibile acquistare prosciutti interi o affettati sottovuoto, oltre ad altri prodotti tipici come formaggi di pecora laticauda, salumi artigianali e conserve. La prenotazione è sempre consigliata, specialmente nei weekend.
Gastronomia & Eventi
La gastronomia di Pietraroja è dominata dal suo celebre prosciutto, riconosciuto come Presidio Slow Food e Prodotto Agroalimentare Tradizionale. La tradizione risale almeno al 1776, quando documenti storici attestano forniture di “prigiotta” alla nobiltà locale:
Il prosciutto di Pietraroja si caratterizza per la lavorazione artigianale: salatura minima con sale marino, pressatura in antichi torchi di legno, stagionatura naturale per almeno 24 mesi nell’aria pura di montagna a 818 metri. Il risultato è un prosciutto dal sapore delicato, profumo intenso e consistenza morbida che si scioglie in bocca.
Tra i piatti tradizionali spiccano i carrati, chiamati anche “pasta del buon auspicio”, maccheroni fatti a mano con un ferro speciale, lunghi come spighe di grano per propiziare il raccolto. Si servono con ragù di pecora, noci e pecorino locale, o con sugo di gallina ruspante.
Altri prodotti tipici includono i virni (Calocybe gambosa), funghi primaverili raccolti tra 800-1200 metri, altro prodotto PAT; la pecora alla pietrarojese, cotta alla brace con cenere attenuata; le lenticchie locali servite in zuppa con cotiche; i formaggi di pecora laticauda e il caciocavallo del Matese.
Il territorio produce anche ottimi vini, grazie alla vicinanza con le zone DOC del Sannio: Falanghina del Sannio, Aglianico del Taburno e il meno conosciuto ma eccellente Piedirosso. L’olio extravergine d’oliva locale, prodotto da cultivar autoctone, completa l’offerta enogastronomica.
Eventi a Pietraroja
Pietraroja mantiene vive antiche tradizioni con eventi che celebrano la sua identità culturale e gastronomica:
La Sagra dei Prodotti Tipici Locali si svolge a metà agosto (solitamente 18-21) in Piazza Vittoria. Per quattro giorni il borgo si anima con degustazioni di prosciutto, carrati fatti a mano, formaggi locali e piatti tradizionali. L’atmosfera è quella delle autentiche feste di paese, con musica dal vivo, balli popolari e l’orgoglio di una comunità che custodisce le proprie tradizioni.
San Nicola di Bari, patrono del borgo, viene celebrato tre volte l’anno: il 6 dicembre (festa liturgica principale), l’8 maggio (traslazione delle reliquie) e la domenica prima del 24 giugno con i tradizionali “focarelle” (falò). Questi fuochi ricordano sia l’antica partenza dei mietitori per la Puglia che il terribile terremoto del 1688.
Durante la Settimana Santa si svolge la suggestiva rappresentazione della Passione di Cristo in costume d’epoca, tradizione iniziata nel 1982 che coinvolge l’intera comunità con oltre 100 figuranti in abiti storici.
I Vicoli del Prosciutto (luglio-agosto) trasformano le antiche stradine del borgo in un percorso enogastronomico all’aperto, con degustazioni nelle cantine storiche e dimostrazioni della lavorazione tradizionale.
Il Festival delle Tradizioni Popolari (prima settimana di settembre) celebra musica, danze e costumi tradizionali del Sannio, con gruppi folkloristici provenienti da tutta la regione.
Dove mangiare & Dove Dormire
Se desideri fermarti a Pietraroja per gustare le specialità locali o esplorare il borgo e i suoi dintorni, ecco alcuni consigli su dove mangiare. Per il pernottamento, dovrai cercare strutture nei comuni limitrofi.
Ristoranti
La Prosciutteria
Pietraroja