San Salvatore Telesino è un affascinante comune della provincia di Benevento che si estende per 18,31 km² nella fertile Valle Telesina, custode dell’eredità dell’antica città romana di Telesia. Situato a 95 metri di altitudine, questo borgo di circa 4.075 abitanti rappresenta un autentico scrigno di storia, archeologia e tradizioni enogastronomiche. Il territorio comunale sorge dove un tempo prosperava l’antica Telesia, importante centro sannitico e poi romano, distrutta dal devastante terremoto del 1349. I profughi trovarono rifugio presso i monaci benedettini del monastero di San Salvatore, che donarono loro le terre per edificare il nuovo borgo. San Salvatore Telesino è oggi noto per il suo straordinario patrimonio archeologico, l’imponente abbazia romanica, la produzione vinicola di qualità e il celebre struppolo, rustico salato divenuto simbolo della gastronomia locale.
NAVIGAZIONE VELOCE
DA SAPERE
L’antica Telesia fu una delle più importanti città del Sannio, con origini che risalgono al VII-VI secolo a.C. e una popolazione che in epoca imperiale raggiunse i 15.000 abitanti.
Arte
Abbazia benedettina dell’XI secolo con affreschi medievali, Parco Archeologico con mura romane e anfiteatro, Antiquarium con reperti dal IV sec. a.C. al V d.C., Chiesa di Santa Maria Assunta.
Eventi
Festa dello Struppolo (fine agosto), celebrazioni di San Leucio patrono (11 gennaio e ultima domenica di luglio), Radici Music Festival (giugno), Maggio della Cultura con visite guidate e degustazioni.
Introduzione a San Salvatore Telesino
San Salvatore Telesino è un comune di circa 4.075 abitanti situato nella provincia di Benevento, in Campania. Esteso su un territorio di 18,31 km², si trova a 95 metri di altitudine nella fertile Valle Telesina, tra i massicci del Matese e del Taburno.
Il territorio comunale sorge dove un tempo prosperava l’antica città di Telesia, originariamente chiamata “Tulosiom” in lingua sannitica. Le prime tracce di insediamento risalgono al VII-VI secolo a.C., con fortificazioni megalitiche ancora visibili sul monte Acero. Durante la Seconda Guerra Punica, nel 217 a.C., la città fu occupata da Annibale, per essere poi riconquistata dai Romani nel 214 a.C. sotto il comando di Quinto Fabio Massimo.
In epoca imperiale, Telesia divenne la prospera colonia “Herculea Telesina”, dedicata al dio Ercole, con una popolazione stimata di 15.000 abitanti. La città romana si estendeva su 31 ettari con 44 isolati regolari, rappresentando un importante crocevia sulla Via Latina tra Roma e Benevento. Le possenti mura difensive, lunghe 2,7 chilometri in opus reticulatum, mostravano un’innovativa tecnologia di “mesopirgi” (mura concave) che anticipò di sedici secoli il concetto del forte bastionato.
Il devastante terremoto del 1349, accompagnato da fenomeni geotermici, causò l’abbandono definitivo dell’antica città. I profughi di Telesia trovarono rifugio presso i monaci benedettini del monastero di San Salvatore, che donarono loro terre per edificare un nuovo borgo. Il “Casale di San Salvatore” mantenne nel nome il legame con l’abbazia protettrice, aggiungendo successivamente l’appellativo “Telesino” per preservare la memoria dell’antica città.
Il monastero benedettino, documentato dal 1075, raggiunse il massimo splendore sotto l’abate Alessandro Telesino (1127-1143), cronista di re Ruggiero II di Sicilia e autore del “De rebus gestis Rogerii Siciliae regis”. Secondo la tradizione, Sant’Anselmo d’Aosta completò qui nel 1098 la sua opera “Cur Deus Homo”, e il pozzo da lui scavato nel cortile dell’abbazia ricorda ancora oggi il suo passaggio.
Oggi San Salvatore Telesino è noto per il suo straordinario patrimonio archeologico, l’imponente abbazia romanica che rappresenta il primo esempio di schema cluniacense in Campania, la produzione vinicola di qualità nelle zone DOC Solopaca e Sannio, e il celebre struppolo, rustico salato riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania.
L'Abbazia del Santo Salvatore
L’Abbazia Benedettina del Santo Salvatore rappresenta uno dei gioielli dell’architettura romanica in Campania e il primo esempio di schema cluniacense nella regione. Documentata dal 1075, l’abbazia raggiunse il massimo splendore sotto l’abate Alessandro Telesino (1127-1143), cronista di re Ruggiero II di Sicilia.
La chiesa abbaziale, consacrata nel 1110, presenta una pianta basilicale a tre navate con tre absidi semicircolari. La facciata, sobria ed elegante, è caratterizzata da un portale centrale con lunetta e da un rosone che illumina l’interno. Le navate sono separate da colonne con capitelli decorati, alcuni dei quali di reimpiego dall’antica Telesia romana.
All’interno si conservano preziosi affreschi del XII-XIII secolo, tra cui la delicata figura di Santa Scolastica e il ritratto di Sant’Anselmo d’Aosta. Secondo la tradizione, proprio Sant’Anselmo, filosofo e teologo, arcivescovo di Canterbury, completò qui nel 1098 la sua opera teologica più importante, il “Cur Deus Homo” (Perché Dio si è fatto uomo).
Nel cortile dell’abbazia si trova ancora il pozzo scavato dal santo durante il suo soggiorno, divenuto meta di devozione per i pellegrini. La leggenda narra che l’acqua di questo pozzo abbia proprietà miracolose e che lo stesso sant’Anselmo la utilizzasse per le sue abluzioni quotidiane durante la stesura della sua opera.
Il complesso monastico comprende anche il chiostro, parzialmente conservato, con eleganti colonnine binate e capitelli istoriati che testimoniano l’abilità dei maestri scalpellini medievali. Alcune colonne presentano decorazioni con motivi vegetali e zoomorfi tipici dell’arte romanica campana.
Nel 2010, all’interno degli spazi abbaziali, è stato inaugurato l’Antiquarium di Telesia, che ospita i reperti archeologici provenienti dall’antica città romana. La collezione comprende materiali dal IV secolo a.C. al V secolo d.C., tra cui il prezioso cratere con coperchio proveniente dalla necropoli sannitica, iscrizioni funerarie, elementi architettonici e oggetti di vita quotidiana.
L’abbazia, oltre ad essere un importante luogo di culto e di spiritualità, rappresenta oggi un centro culturale vitale per la comunità di San Salvatore Telesino. Ospita concerti di musica classica, conferenze, mostre temporanee e il suggestivo Radici Music Festival che ogni giugno trasforma il giardino abbaziale in palcoscenico per band emergenti.
Attrazioni a San Salvatore Telesino
San Salvatore Telesino è un comune ricco di attrazioni che spaziano dai tesori archeologici dell’antica Telesia alle bellezze naturali del Parco del Grassano. Dal patrimonio romano all’arte medievale, dalle tradizioni enogastronomiche ai percorsi naturalistici, il territorio offre ai visitatori un’esperienza completa nella storia e nella cultura del Sannio, in un contesto paesaggistico di straordinaria bellezza tra le colline della Valle Telesina.
#1 Parco Archeologico di Telesia
Il Parco Archeologico di Telesia rappresenta uno dei siti romani meglio conservati della Campania, testimonianza dell’importanza dell’antica città sannitica e poi romana. L’area archeologica si estende su circa 31 ettari, corrispondenti all’antico perimetro urbano della città romana.
Le possenti mura difensive, lunghe 2,7 chilometri e costruite in opus reticulatum, costituiscono uno degli elementi più impressionanti del sito. Queste fortificazioni, databili al I secolo a.C., mostrano un’innovativa tecnologia costruttiva detta “mesopirgi”, con tratti di mura concave che anticiparono di sedici secoli il concetto del forte bastionato. Le mura erano intervallate da torri quadrate e presentavano quattro porte principali corrispondenti ai punti cardinali.
L’anfiteatro romano, con la sua ellisse di 68×46 metri, è contemporaneo a quello di Pompei e poteva ospitare circa 5.000 spettatori. Costruito nel I secolo d.C., conserva ancora parte della pavimentazione policroma originale e delle strutture sotterranee utilizzate per i giochi gladiatori. La particolare posizione dell’anfiteatro, addossato alle mura urbiche, rappresenta una soluzione architettonica unica nel panorama campano.
Il complesso termale testimonia il lusso e la raffinatezza della vita romana a Telesia. Due grandi edifici in laterizio, databili al II secolo d.C., mostrano ancora i sistemi di riscaldamento (ipocausti) e le vasche per i bagni caldi, tiepidi e freddi. I pavimenti musivi e le decorazioni marmoree rinvenute testimoniano la ricchezza delle decorazioni.
L’acquedotto romano, lungo circa sei miglia, portava acqua fresca dalle sorgenti dei monti di Cerreto Sannita fino alla città. Alcuni tratti dell’acquedotto sono ancora visibili lungo il percorso, con arcate in opus caementicium che attraversano le vallate. Il sistema idrico alimentava fontane pubbliche, terme e domus private, garantendo un approvvigionamento idrico costante alla popolazione.
Oggi il Parco Archeologico è liberamente visitabile e offre pannelli informativi che illustrano la storia e le caratteristiche dei vari monumenti. Le campagne di scavo continuano a restituire importanti reperti che arricchiscono la conoscenza di questa importante città del Sannio romano.
#2 Abbazia del Santo Salvatore
L’Abbazia Benedettina del Santo Salvatore rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura romanica in Campania e il primo esempio di schema cluniacense nella regione. Fondata nell’XI secolo, l’abbazia divenne rapidamente uno dei centri monastici più influenti del Mezzogiorno, raggiungendo il massimo splendore sotto l’abate Alessandro Telesino (1127-1143).
La chiesa abbaziale, consacrata nel 1110, presenta una pianta basilicale a tre navate con tre absidi semicircolari, secondo il modello cluniacense. La facciata, austera ed elegante, è caratterizzata da un portale centrale con lunetta decorata e da un rosone che illumina l’interno. Il campanile, di forma quadrata, si eleva sul lato sinistro della chiesa con le sue bifore romaniche.
L’interno conserva preziosi affreschi del XII-XIII secolo, tra cui spicca la delicata figura di Santa Scolastica nell’abside laterale sinistra e il ritratto di Sant’Anselmo d’Aosta nell’abside centrale. Le navate sono separate da colonne con capitelli decorati, alcuni dei quali sono di reimpiego dall’antica Telesia romana, mostrando la continuità tra il passato classico e quello medievale.
Il chiostro, parzialmente conservato, presenta eleganti colonnine binate con capitelli istoriati che mostrano motivi vegetali, zoomorfi e scene bibliche. Questo spazio, un tempo cuore della vita monastica, conserva ancora l’atmosfera di raccoglimento e spiritualità che caratterizzava la vita benedettina.
Secondo una consolidata tradizione, Sant’Anselmo d’Aosta, filosofo e teologo, arcivescovo di Canterbury, soggiornò nell’abbazia nel 1098 e qui completò la stesura del “Cur Deus Homo”, una delle opere teologiche più importanti del Medioevo. Nel cortile dell’abbazia si trova ancora il pozzo che, secondo la leggenda, fu scavato dal santo durante il suo soggiorno.
Dal 2010, negli spazi dell’abbazia è ospitato l’Antiquarium di Telesia, che conserva i reperti archeologici provenienti dall’antica città. Oggi l’abbazia, oltre ad essere un importante luogo di culto, è un centro culturale che ospita concerti, conferenze e il Radici Music Festival, mantenendo viva la sua vocazione di luogo di incontro tra spiritualità e cultura.
#3 Parco del Rio Grassano
Il Parco del Rio Grassano rappresenta un’oasi naturale di straordinaria bellezza che si estende per oltre 120.000 metri quadrati nel territorio di San Salvatore Telesino. Quest’area protetta, attraversata dalle acque cristalline del rio Grassano, offre un perfetto connubio tra natura incontaminata e storia millenaria.
Il rio Grassano nasce dalle sorgenti del massiccio del Matese con una portata di circa 6.000 litri al secondo, mantenendo una temperatura costante di 13-14 gradi durante tutto l’anno. Le sue acque limpide e fresche hanno creato nel corso dei millenni un ecosistema unico, caratterizzato da una vegetazione rigogliosa e da una fauna diversificata che include trote fario, gamberi di fiume e numerose specie di uccelli acquatici.
Il parco offre diversi percorsi naturalistici ben segnalati che permettono di esplorare l’area in totale sicurezza. Il sentiero principale, lungo circa 3 chilometri, costeggia il corso del rio attraversando ponticelli in legno e aree attrezzate per il pic-nic. Lungo il percorso si incontrano antichi mulini ad acqua, testimonianza dell’importanza che il rio ha avuto per l’economia locale nei secoli passati.
L’area è anche sede del rinomato ristorante-agriturismo Parco del Grassano, che offre la possibilità di degustare piatti della tradizione locale in un contesto naturale di rara bellezza. La struttura, perfettamente integrata nell’ambiente, dispone anche di aree per eventi e cerimonie, rendendo il parco una location ideale per matrimoni e ricevimenti.
Il Parco del Grassano è facilmente raggiungibile dal centro di San Salvatore Telesino e rappresenta una meta ideale per famiglie, escursionisti e amanti della natura. L’ingresso è libero e l’area è accessibile tutto l’anno, offrendo scenari sempre diversi: dalle fioriture primaverili ai colori autunnali, dalla frescura estiva al fascino invernale quando la nebbia avvolge il corso del rio creando atmosfere fiabesche.
#4 Antiquarium di Telesia
L’Antiquarium di Telesia, inaugurato nel 2010 all’interno degli spazi dell’Abbazia del Santo Salvatore, rappresenta un importante polo museale che raccoglie e valorizza i reperti archeologici provenienti dall’antica città romana e dal territorio circostante. Il museo offre un percorso espositivo cronologico che copre un arco temporale dal IV secolo a.C. al V secolo d.C.
Tra i pezzi più pregiati della collezione spicca il cratere con coperchio proveniente dalla necropoli sannitica, databile al IV secolo a.C., decorato con scene figurate che testimoniano l’alto livello artistico raggiunto dalle popolazioni italiche. Notevoli sono anche le iscrizioni funerarie romane che forniscono preziose informazioni sulla composizione sociale dell’antica Telesia e sui suoi abitanti.
La sezione dedicata alla vita quotidiana espone oggetti d’uso comune rinvenuti negli scavi: lucerne, vasellame da mensa e da cucina, monete, fibule e oggetti di ornamento personale. Particolare interesse rivestono i materiali provenienti dalle terme romane, tra cui frammenti di pavimenti musivi policromi e elementi decorativi in marmo che testimoniano il lusso di questi edifici pubblici.
Una sala è dedicata ai culti e alla religione, con are votive, statuette di divinità e materiali provenienti dai santuari del territorio. Tra questi spiccano i reperti del santuario di Ercole, divinità particolarmente venerata a Telesia che diede il nome alla colonia romana “Herculea Telesina”.
Il percorso museale include anche una sezione dedicata all’abbazia medievale, con capitelli, frammenti scultorei e materiali ceramici che documentano la vita del monastero benedettino attraverso i secoli. Pannelli didattici e ricostruzioni grafiche aiutano il visitatore a comprendere l’evoluzione del territorio dall’antichità al medioevo.
L’Antiquarium organizza regolarmente visite guidate, laboratori didattici per le scuole e eventi culturali come il “Maggio della Cultura”, durante il quale è possibile partecipare a degustazioni di “mulsum et crustulum” preparati secondo le antiche ricette romane. Il museo rappresenta così non solo un luogo di conservazione, ma un centro vivo di promozione culturale del territorio.
Gastronomia & Eventi
La tradizione enogastronomica di San Salvatore Telesino è profondamente radicata nella cultura contadina e nelle eccellenze del territorio. Il prodotto simbolo è lo struppolo, rustico salato riconosciuto come PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) dalla Regione Campania. Il territorio rientra nelle prestigiose zone DOC Solopaca e Sannio, producendo vini di eccellenza che accompagnano una cucina genuina e saporita.
Lo struppolo rappresenta l’identità gastronomica di San Salvatore Telesino. Questa antica frittella salata, dalla caratteristica superficie corrugata ottenuta passando l’impasto su cestini di vimini, richiede una preparazione laboriosa con 10 uova per ogni chilo di farina. Secondo la tradizione locale, lo struppolo perfetto deve “adda ndurza nganna” (deve far venire sete), indicando la giusta sapidità e friabilità.
Il territorio vinicolo di San Salvatore Telesino produce eccellenti Aglianico e Falanghina nelle zone DOC Solopaca e Sannio. La Cantina Sociale di Solopaca, con i suoi 1.300 ettari vitati, rappresenta il cuore della produzione vinicola locale, continuando una tradizione che affonda le radici nell’antico Ager Falernum romano. I vini locali sono perfetti accompagnamenti per i piatti della tradizione.
L’olio extravergine d’oliva, prodotto dalle cultivar locali Ortice e Racioppella, è un altro pilastro della gastronomia telesina. Quest’olio dal sapore intenso e fruttato è essenziale per la preparazione degli struppoli e dei taralli tradizionali, oltre che per condire le verdure selvatiche raccolte sui monti circostanti.
La cucina locale propone anche altri piatti tradizionali come la pasta e fagioli con le cotiche, i cavatelli al ragù di castrato, le pizze di granone (focacce di mais) e i taralli con sugna e pepe. Durante le festività si preparano dolci tradizionali come le pastiere, i mostaccioli e le zeppole di San Giuseppe.
Eventi a San Salvatore Telesino
San Salvatore Telesino è animata durante l’anno da diversi eventi che celebrano le tradizioni locali, la cultura e la gastronomia:
La Festa dello Struppolo, giunta alla 22ª edizione, si tiene ogni anno a fine agosto ed è l’evento gastronomico più importante del comune. Questa sagra, riconosciuta come “ecofesta” da Legambiente, celebra il prodotto simbolo del territorio con degustazioni, stand gastronomici e il contest culinario “A Colpi di Struppolo”. Durante i tre giorni di festa, migliaia di visitatori possono gustare gli struppoli preparati secondo la ricetta tradizionale, accompagnati da vini locali e altri prodotti tipici. L’evento include anche musica dal vivo, spettacoli e la promozione dei prodotti a chilometro zero.
Le celebrazioni di San Leucio, patrono del paese, si svolgono due volte l’anno: l’11 gennaio con la festa liturgica invernale e l’ultima domenica di luglio con quattro giorni di festeggiamenti estivi. La devozione per San Leucio risale al miracolo del 1837, quando la comunità fu preservata dall’epidemia di colera grazie all’intercessione del santo vescovo di Brindisi. Le celebrazioni estive includono processioni solenni, concerti bandistici, fuochi d’artificio e stand gastronomici.
Il Radici Music Festival, che si tiene ogni giugno nel suggestivo giardino dell’abbazia, trasforma questo luogo millenario in un palcoscenico per band emergenti e artisti affermati. Il festival, nato per valorizzare il patrimonio storico-artistico attraverso la musica contemporanea, propone concerti di vari generi musicali in un’atmosfera unica dove storia e modernità si fondono armoniosamente.
Il Maggio della Cultura propone un intero mese di eventi culturali che includono concerti di musica classica e jazz, presentazioni di libri, conferenze sulla storia locale e visite guidate all’Antiquarium. Durante queste visite speciali è possibile partecipare a degustazioni di “mulsum et crustulum”, vino speziato e focaccine preparate secondo le antiche ricette romane ritrovate negli scritti di Catone e Apicio.
Altri eventi significativi includono la Festa della Musica il 21 giugno, mercatini dell’artigianato locale, serate di osservazione astronomica organizzate sul Monte Pugliano e rappresentazioni teatrali estive nel cortile dell’abbazia. Questi eventi contribuiscono a mantenere vivo il tessuto sociale e culturale della comunità, attirando visitatori da tutta la regione.
Dove mangiare & Dove Dormire
Se desideri fermarti a San Salvatore Telesino per gustare la cucina locale o pernottare per esplorare con calma questo affascinante territorio, ecco alcune indicazioni su dove mangiare e dove dormire.