Castelpoto, piccolo borgo medievale di 1.225 abitanti nella provincia di Benevento, sorge a 293 metri di altitudine sulla riva destra del fiume Calore.
Deve il suo fascino unico al centro storico abbandonato dopo il terremoto del 1980, trasformato in un suggestivo borgo fantasma che conserva intatta l’atmosfera medievale.
Con le sue case in pietra, i vicoli tortuosi e la Torre dell’Orologio con le lancette ferme alle 13:13, offre un viaggio nel tempo tra storia millenaria, tradizioni gastronomiche d’eccellenza come la celebre Salsiccia Rossa Presidio Slow Food, e panorami mozzafiato sul massiccio del Taburno.
NAVIGAZIONE VELOCE
DA SAPERE
Antico borgo longobardo del IX secolo, feudo dei Bartoli dal 1627, diventato borgo fantasma dopo il terremoto del 1980.
Arte
Castello Ducale con Torre dell’Orologio (lancette ferme alle 13:13), Chiesa di San Nicola Vescovo (XVII sec.), borgo medievale abbandonato con case in pietra e mezze porte tradizionali.
Eventi
Sagra del Fusillo al Ferretto (agosto), Sagra della Salsiccia Rossa (aprile), Festival S(t)uoni (estate), Festa Patronale Santi Martiri (maggio), tradizioni del maiale con Slow Food.
Introduzione a Castelpoto
Castelpoto è un piccolo borgo medievale di 1.225 abitanti situato nella provincia di Benevento, in Campania, a 293 metri di altitudine sulla riva destra del fiume Calore. Il paese si distingue per una caratteristica unica: il suo centro storico è diventato un borgo fantasma dopo il terremoto del 1980.
Il nome deriva dalle sue origini longobarde: “Castello” dal latino Castrum (fortezza) e “Poto” dal nome del gastaldo longobardo Potone, nipote del principe Radelchi di Benevento nel IX secolo. La prima attestazione storica risale al 971 d.C., quando apparve nel Chronicon Beneventanum di Falcone di Benevento.
La storia del borgo è segnata da terremoti devastanti. Il più drammatico fu quello del 5 giugno 1688, che causò 32 morti e la distruzione totale, inclusa la morte del barone Nicola Bartoli nel crollo della chiesa. Nel 1656 la peste ridusse la popolazione da 74 a 40 famiglie, mentre nel 1837 il colera colpì 160 persone.
Il terremoto del 1980 ha segnato l’abbandono definitivo del centro storico, creando l’attuale borgo fantasma. Le case in pietra, i vicoli tortuosi e le caratteristiche “mezze porte” sono rimasti intatti, come congelati nel tempo. La Torre dell’Orologio del Castello Ducale ha le lancette ferme alle 13:13, diventando il simbolo di questo tempo sospeso.
Oggi Castelpoto è famoso per la Salsiccia Rossa, riconosciuta come Presidio Slow Food, e per essere l’unico luogo al mondo dove si venera San Laureato martire. Il borgo offre un’esperienza unica tra storia, tradizioni gastronomiche e panorami mozzafiato sul massiccio del Taburno-Camposauro, chiamato “la Dormiente del Sannio”.
Il Castello e il Borgo Fantasma
Il Castello Ducale di Castelpoto rappresenta il cuore simbolico del borgo fantasma. La Torre dell’Orologio domina ancora oggi l’abitato abbandonato, con le lancette ferme alle 13:13, creando un’atmosfera magica di tempo sospeso.
Il castello ha origini longobardo-normanne ed è stato più volte rimaneggiato nei secoli. L’imponente fortificazione si fonde con le abitazioni limitrofe, creando un complesso architettonico unico. Il Palazzo Ducale fu ricostruito dopo il terremoto del 1688 sulle macerie del precedente forte, conservando portali in marmo bianco e stemmi nobiliari delle famiglie feudali.
La famiglia Bartoli dominò il feudo dal 1627, quando Giovanni Giacomo Bartoli acquistò il territorio per 18.000 ducati. I Bartoli ricevettero il titolo ducale da Carlo VI d’Austria, mantenendo il controllo fino all’abolizione del feudalesimo.
Il borgo fantasma conserva intatta l’atmosfera medievale con le caratteristiche “mezze porte” utilizzate per la ventilazione estiva, i ballatoi esterni dove si svolgeva la vita sociale, le case in pietra lavorata e i vicoli stretti e tortuosi. Molte abitazioni conservano ancora oggetti d’epoca e arredi, offrendo uno spaccato autentico della vita rurale del passato.
Il centro storico è protetto da sistemi di videosorveglianza ed è diventato meta di appassionati di urban exploration e turismo culturale. Le visite guidate permettono di scoprire la storia del borgo attraverso i suoi vicoli silenziosi, dove il tempo sembra davvero essersi fermato alle 13:13 di quel giorno del 1980.
Attrazioni a Castelpoto
Castelpoto offre ai visitatori un viaggio affascinante tra storia millenaria e natura incontaminata. Dalle antiche vestigia longobarde al borgo fantasma medievale, dalle eccellenze gastronomiche ai panorami mozzafiato sul Taburno, questo piccolo gioiello del Sannio racchiude tesori unici che raccontano secoli di tradizioni e cultura.
#1 Torre dell’Orologio del Castello Ducale
La Torre dell’Orologio rappresenta il simbolo di Castelpoto, con le lancette ferme alle 13:13 che creano un’atmosfera magica di tempo sospeso. Il Castello Ducale ha origini longobardo-normanne ed è stato rimaneggiato più volte nei secoli.
L’imponente fortificazione si fonde con le abitazioni limitrofe, conservando portali in marmo bianco e stemmi nobiliari delle famiglie feudali che si sono succedute. Il Palazzo Ducale fu ricostruito dopo il devastante terremoto del 1688 sulle macerie del precedente forte.
La famiglia Bartoli dominò il feudo dal 1627, quando Giovanni Giacomo Bartoli acquistò il territorio per 18.000 ducati. I Bartoli ricevettero il titolo ducale da Carlo VI d’Austria, mantenendo il controllo fino all’abolizione del feudalesimo nel Regno di Napoli.
#2 Il Borgo Fantasma Medievale
Il centro storico abbandonato dopo il terremoto del 1980 rappresenta un’attrazione unica nel panorama dei borghi italiani. Definito “Ghost Town del meridione”, conserva intatta l’atmosfera della vita rurale pre-industriale.
Le caratteristiche “mezze porte” per la ventilazione estiva, i ballatoi esterni dove si svolgeva la vita sociale, le case in pietra lavorata e i vicoli stretti e tortuosi raccontano secoli di vita comunitaria. Molte abitazioni conservano ancora oggetti d’epoca e arredi originali.
Il borgo è protetto da sistemi di videosorveglianza ed è diventato meta di appassionati di urban exploration. Le visite guidate permettono di scoprire la storia attraverso i vicoli silenziosi, dove il tempo sembra davvero essersi fermato.
#3 Chiesa di San Nicola Vescovo
Ricostruita tra il 1696 e il 1698 dopo il terremoto, la chiesa madre fu consacrata dal cardinale Vincenzo Maria Orsini, futuro Papa Benedetto XIII. L’edificio custodisce tesori artistici e spirituali di grande valore.
Il battistero poggiante su una colonna romana testimonia la continuità storica del sito, mentre gli altari in marmo e le statue lignee rappresentano pregevoli esempi di arte sacra barocca. La chiesa conserva antiche indulgenze papali concesse da Innocenzo XII, Clemente XI e Gregorio XVI.
Dal 2017 conserva una reliquia della manna di San Nicola dalla Basilica di Bari, rafforzando il legame millenario con il santo di Myra. San Nicola è venerato come compatrono il 6 dicembre, con la tradizione della benedizione dei bambini e distribuzione delle pagnotte benedette.
#4 Ponte Romano delle Maurelle
I ruderi del ponte sul fiume Calore raccontano la storia antica del territorio quando la Via Latina collegava Roma a Benevento attraverso queste terre. I resti archeologici testimoniano l’importanza strategica di Castelpoto nel sistema viario romano e medievale.
Secondo la tradizione popolare, fu il luogo della prima sepoltura di Manfredi di Svevia, aggiungendo fascino storico-letterario al sito. La leggenda racconta che il corpo del figlio di Federico II fu traslato qui dopo la battaglia di Benevento del 1266.
Oggi i resti del ponte sono ancora visitabili e rappresentano una meta per escursioni naturalistiche lungo il fiume Calore, offrendo scorci suggestivi sulla valle e sui monti circostanti. Il sito fa parte dei percorsi di trekking che collegano Castelpoto ai borghi limitrofi.
Gastronomia & Eventi
La gastronomia di Castelpoto rappresenta l’autenticità della tradizione culinaria sannita, con la celebre Salsiccia Rossa Presidio Slow Food come regina indiscussa della tavola locale:
La Salsiccia Rossa di Castelpoto deve il suo caratteristico colore rosso intenso alla polvere di “papauli”, peperoni locali essiccati e tostati in forno a legna. Il disciplinare prevede l’uso esclusivo di tagli nobili suini (prosciutto, spalla, capocollo), sale marino, finocchietto selvatico e “acqua agliata”, con stagionatura minima di 30-40 giorni.
I primi piatti tradizionali includono i fusilli al ferretto fatti a mano, conditi con la salsiccia rossa e celebrati nella sagra agostana; la ‘mnestra ‘mmaretata che unisce verdure e carni; le lagane con ceci o fagioli; lo Scarpariello beneventano con pomodori, pecorino e basilico.
Tra i formaggi spiccano il Caciocavallo Silano DOP, l’Appassita beneventana e il Pecorino del Matese PAT. I vini del territorio includono l’Aglianico del Taburno DOCG, la Falanghina del Taburno DOC e il Sannio DOC, spesso accompagnati dal celebre Liquore Strega di Benevento.
Eventi a Castelpoto
Castelpoto vive durante l’anno eventi autentici che celebrano le tradizioni locali e attirano visitatori da tutta la Campania:
La Sagra del Fusillo al Ferretto si tiene ogni agosto dall’11 al 15, giunta nel 2024 alla XXXVI edizione. Le massaie locali tramandano l’arte della pasta fatta a mano attraverso laboratori aperti al pubblico, mentre gli stand gastronomici dalle 20:30 offrono degustazioni di fusilli conditi con la celebre salsiccia rossa, accompagnati da spettacoli musicali e intrattenimento serale.
La Sagra della Salsiccia Rossa si svolge a fine aprile (XVII edizione nel 2024) e celebra il prodotto simbolo del paese. L’evento include degustazioni, stand gastronomici con cecatielli e piatti tipici abbinati ai vini locali. Il centro storico medievale si illumina creando un’atmosfera suggestiva tra vicoli antichi e sapori autentici.
Il Festival S(t)uoni rappresenta l’anima culturale contemporanea con una rassegna multidisciplinare che propone mostre, sculture, visite guidate, narrazioni e tavoli di discussione nel borgo medievale. Presentazioni di libri, laboratori teatrali e performance musicali serali si alternano a degustazioni di prodotti tipici.
La Festa Patronale dei Santi Martiri Costanzo, Simplicio, Vittoriano e Gaudenzia si celebra dal 12 al 14 maggio con processioni tradizionali, riti religiosi e, in occasioni speciali, mostre storiche. San Nicola Vescovo è venerato come compatrono il 6 dicembre con la benedizione dei bambini e la distribuzione delle tradizionali pagnotte.
La Pro Loco mantiene viva la memoria della “civiltà del maiale” attraverso collaborazioni con Slow Food Taburno-Valle Caudina, organizzando convegni tematici e incontri con i produttori del Presidio per valorizzare le antiche pratiche di allevamento e trasformazione ancora centrali nell’identità locale.