Sapevi che la prima Falanghina in purezza al mondo è nata proprio qui nel Sannio?
Era il 1979 quando nelle antiche cantine tufacee di Sant’Agata dei Goti, a 16 metri sotto terra, Leonardo Mustilli – l’ingegnere visionario che tutti chiamavano “il papà della Falanghina” – imbottigliò quella che sarebbe diventata una leggenda enologica.
Una rivoluzione silenziosa che ha trasformato il nostro territorio in una delle eccellenze vinicole d’Italia.
Oggi i numeri parlano chiaro: 2.261 ettari vitati, oltre 100 aziende imbottigliatrici, e la Falanghina del Sannio DOC che rappresenta l’80% della produzione campana di questo vitigno autoctono. Non male per un vino che fino a pochi decenni fa rischiava di scomparire!
Ma questa è solo l’inizio della storia…
Una Storia che Viene da Lontano (Molto Lontano!)
Immaginate: siamo nel II secolo a.C. e i nostri antenati Sanniti stanno già coltivando la vite lungo i sentieri della transumanza.
Collegavano il nostro territorio con i vitigni greci dell’Epiro, creando quella che oggi chiamiamo “rete commerciale”.
Praticamente erano degli imprenditori ante litteram!
Il nome “Falanghina” ha origini affascinanti: deriva probabilmente dal latino “phalange”, riferito ai pali di sostegno delle viti.
Anche se c’è chi sostiene una connessione con il celebre vino Falerno, quello che bevevano gli imperatori romani.
Non male come curriculum, vero?
Il Grande Sonno e il Risveglio
Poi arrivò il Medioevo e… beh, mettiamola così: la Falanghina andò in letargo. Per secoli questo vitigno straordinario fu gradualmente sostituito da varietà “più alla moda”.
Ma nel 1976 successe qualcosa di magico. Il Comitato Provinciale Vitivinicolo Sannita decise di recuperare i vitigni autoctoni. E qui entra in scena il nostro eroe: Leonardo Mustilli.
Questo ingegnere visionario, la cui famiglia era arrivata a Sant’Agata dei Goti da Ravello nel ‘500, guardò quelle viti “dimenticate” e disse: “Qui c’è qualcosa di speciale”. Nel 1979 vinificò la prima bottiglia di Falanghina in purezza della storia moderna.
E aveva ragione: oggi le figlie Paola e Anna Chiara continuano la tradizione nelle stesse cantine scavate nel tufo di Palazzo Rainone, dove la temperatura costante di 13°C crea l’ambiente perfetto per l’affinamento. La loro “Vigna Segreta” ha conquistato i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Da varietà dimenticata a eccellenza riconosciuta in meno di 50 anni!
Il Territorio che Fa la Differenza
Perché la Falanghina del Sannio è così speciale? La risposta sta tutta nel territorio che la ospita.
Guardate fuori dalla finestra: vedete quel gigante addormentato che domina il paesaggio? È il massiccio del Taburno-Camposauro (1.394 metri), il nostro guardiano silenzioso che crea un microclima unico. Questa montagna non è solo bella da vedere: protegge i nostri vigneti dalle correnti fredde del nord e regala quelle escursioni termiche di 20°C tra giorno e notte che fanno impazzire d’amore le nostre uve.
Il Suolo? Pura Magia Geologica
I nostri suoli argilloso-calcarei, arricchiti dai depositi vulcanici di Roccamonfina, Campi Flegrei e Vesuvio, sono come una ricetta segreta della natura. Ricchi di potassio, donano ai vini quella mineralità e sapidità che riconoscete subito al primo sorso.
I vigneti si estendono tra i 200 e i 650 metri di altitudine, con le viti che guardano verso sud per catturare ogni raggio di sole. È come se madre natura avesse progettato questo territorio apposta per la Falanghina!
Le Quattro Anime del Sannio
La DOC si divide in quattro sottozone, ognuna con la sua personalità:
Taburno: dove comuni come Apollosa, Bonea e Foglianise regalano vini di grande struttura
Sant’Agata dei Goti: la culla della rinascita, terra dei Mustilli
Solopaca: nella Valle Telesina, per vini di elegante freschezza
Guardia Sanframondi: dove nascono alcune delle etichette più premiate
Quattro territori, quattro caratteri, un’unica grande famiglia: la Falanghina del Sannio.
I Protagonisti della Nostra Storia
Nel Sannio ogni bottiglia ha una faccia, un nome, una storia. Qui il vino non è solo business: è passione, famiglia, tradizione che si rinnova.
I Pionieri che Hanno Fatto la Strada
Oltre ai Mustilli (che già conoscete), troviamo storie incredibili:
La Cantina del Taburno è nata nel 1972 e oggi gestisce 600 ettari alle pendici del nostro “gigante buono”. Con la consulenza di Luigi Moio (una garanzia nel mondo del vino), stanno scrivendo pagine importanti della nostra enologia.
La Guardiense ha una storia che sa di cooperazione vera: partita nel 1960 con 33 viticoltori coraggiosi, oggi conta oltre 1.000 soci e produce 140.000 ettolitri l’anno. Con Riccardo Cotarella come consulente enologo, è diventata un gigante che non ha dimenticato le sue origini contadine.
Le Nuove Generazioni che Guardano al Futuro
Ma la bellezza del nostro territorio è che non si ferma mai. Mario Fappiano di San Lorenzello ha conquistato i Tre Bicchieri 2024 e sta sperimentando un Metodo Classico 100% Falanghina che promette scintille.
Terre Stregate ha vinto il premio per il miglior rapporto qualità-prezzo con “Svelato” – un nome che la dice lunga sulla filosofia aziendale.
E poi c’è Terrae Laboriae, che sta sperimentando con le qvevri georgiane (quelle anfore di terracotta antiche come il mondo) per vinificazioni che esaltano la complessità naturale del vitigno. Tradizione e innovazione che si danno la mano.
I Riconoscimenti che Ci Rendono Orgogliosi
Il 2019 è stato l’anno che ha cambiato tutto.
Cinque comuni del nostro Sannio – Castelvenere, Guardia Sanframondi, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Torrecuso – sono stati proclamati “Città Europea del Vino” da Recevin.
Non una semplice medaglia al valore: 2 milioni di euro di investimenti, 120 eventi in 365 giorni, e persino un francobollo celebrativo disegnato da Mimmo Paladino. Il mondo intero ha guardato al Sannio!
Le Certificazioni che contano
Dal 1997 abbiamo la DOC Sannio, ma nel 2011 è arrivato il riconoscimento che aspettavamo: la DOC “Falanghina del Sannio”. Finalmente la nostra Falanghina aveva il suo nome e cognome, distinta da tutte le altre.
Il Sannio Consorzio Tutela Vini, nato nel 1999, oggi rappresenta quasi 400 soci e oltre 2.000 viticoltori. Con sistemi innovativi come i QR code sulle fascette di Stato, garantiamo qualità e tracciabilità dal vigneto al bicchiere.
Quando il Mondo Si Accorge di Noi
I Tre Bicchieri del Gambero Rosso si moltiplicano anno dopo anno. I premi internazionali arrivano da Stati Uniti, Germania, Francia. Le riviste specializzate ci dedicano servizi speciali.
Ma il riconoscimento più bello? Quello dei sommelier di tutto il mondo che inseriscono la Falanghina del Sannio nelle loro carte dei vini. Dagli States all’Australia, dalla Cina al Brasile: il nostro vino racconta la storia del Sannio in ogni angolo del pianeta.