Ricetta Cardillo sannita
Il Cardillo sannita è un piatto emblematico della cucina di recupero e della sapienza contadina nel valorizzare le risorse spontanee del territorio. Questa preparazione utilizza il cardillo, una pianta selvatica (Sonchus asper) che cresce spontaneamente nei campi e nei terreni incolti del Sannio, soprattutto in primavera.
Conosciuto anche come “crespigno”, il cardillo veniva raccolto dalle donne durante le passeggiate in campagna, riconoscendolo con occhio esperto tra le altre erbe selvatiche. La sua raccolta rappresentava un momento importante dell’economia domestica rurale, fornendo un nutrimento gratuito e ricco di proprietà benefiche. In questo semplice piatto, povero negli ingredienti ma ricco di sapore e valori nutrizionali, si concentra tutta la saggezza della cucina sannita che sapeva trasformare anche le erbe più umili in piatti nutrienti e saporiti.
Cardillo sannita
Un contorno tradizionale che valorizza le erbe spontanee del territorio, preparato con il cardillo, pianta selvatica dal sapore leggermente amarognolo ma ricca di proprietà benefiche. Questa ricetta rappresenta l’essenza della cucina povera sannita, dove ingredienti semplici e facilmente reperibili si trasformano in piatti dal sapore autentico. Spesso arricchito con fagioli, diventava un piatto unico sostanzioso nelle famiglie contadine.
DETTAGLI RICETTA
INGREDIENTI
GUIDA / ISTRUZIONI
NOTE
Il cardillo selvatico è ricco di vitamine e sali minerali, ed era considerato un vero toccasana nella medicina popolare, soprattutto per le sue proprietà depurative. La raccolta dei cardilli è ottimale in primavera, prima dello sviluppo dello scapo fiorale, quando le foglie sono più tenere e meno amare. Nelle varianti più elaborate della tradizione sannita, si aggiungono anche pezzetti di pancetta o cotenna di maiale, che venivano rosolati nell’olio prima di aggiungere i cardilli, oppure si arricchisce il piatto con un uovo sbattuto negli ultimi minuti di cottura. Nella zona della Valle Telesina, si utilizza il cardillo anche per preparare frittate rustiche o come ripieno per torte salate. Se non si riesce a trovare il cardillo selvatico, si può sostituire con cicoria selvatica, catalogna o cime di rapa, anche se il sapore sarà leggermente diverso. Nei paesi dell’Alto Sannio, questo piatto viene tradizionalmente servito il Mercoledì delle Ceneri come primo pasto di magro dopo i festeggiamenti del Carnevale.